Autobiografia giovanile - Cap. 34 - Politico e fricchettone

 


Ritornato a Milano dal viaggio in Sicilia per la tumulazione di mio nonno materno Matteo a Cinisi, ha ripreso la vita di studente di terza liceo scientifico, neo 17enne, con nuove amicizie e con uno stile di vita sempre meno militante politico e sempre più fricchettone.

Da febbraio 1977 ho iniziato a vivere esperienze che in futuro penserò che sarebbe stato meglio non fare. Da buddhista, quale sono diventato due anni dopo quel periodo (e cioè nel 1979), devo però dire che quello che è avvenuto faceva parte del mio karma con cui sono nato in questa vita, e che il karma può “essere trasformato in missione”. Questi principio significa che, attraverso la pratica buddista, le esperienze negative si possono superare e trasformare in una saggezza e una capacità specifica di empatia che ci consente di capire di più e aiutare chi inizierà a vivere quelle esperienze dopo di noi. È ovvio che anche chi non è passato attraverso determinate storie, e non è buddista può offrire valido aiuto a chi invece le stato vivendo. Ma chi le ha vissute, ne è uscito vincitore, e sta praticando il buddhismo che ho abbracciato io (quello di Nichiren Daishonin e propagato dalla Soka Gakkai) può “trasformare il (suo) karma (passato) in missione”, e donare sia un aiuto morale e concreto, sia la conoscenza di una filosofia e una pratica che poi si è liberi di accettare o meno.

Alcune esperienze che ho iniziato a vivere dal febbraio 1977 fino al settembre 1979, pur se non esclusivamente, mi hanno qualificato in quel periodo anche in quel genere di persone che oggi sono considerate soggetti devianti. Se oggi non rimpiango di aver iniziato, alla fine del 1976, a fumare canne - anche perché almeno al momento in cui scrivo sono favorevole alla liberalizzazione della cannabis anche per utilizzo ricreativo - se non vedo la cosa come un fatto che avrei dovuto vivere e che poi mi ha stimolato a praticare il buddhismo con la Soka Gakkai in modo serio - mi sarei volentieri evitato di andare oltre con altri tipi di sostanze che invece oggi considero dannose per la salute e pericolose per la vita. Sicuramente qualcuno dirà che le canne sono una droga e che si parte da lì e poi non si sa dove si va a finire. Ebbene, non posso negare che la mia esperienza dimostri che ciò possa effettivamente avvenire, ma conosco moltissime persone che, per molti decenni hanno utilizzato la cannabis per divertimento o per rilassarsi e non hanno mai provato - o se lo hanno fatto non hanno continuato a assumerle - altri tipi di sostanze. E il loro utilizzo della cannabis non è diverso da quello di bersi, qualche volta, tre bicchieri bicchieri di alcolici vino o birra, sentire necessariamente un cambiamento dello stato mentale, ma non andare incontro a grossi problemi a meno che non si diventi alcolizzati o non ci si metta a guidare con un tasso alcolemico fuori dalla norma.

Un problema della cannabis e che non ha l’alcool è che la prima è considerata una “droga” e il secondo no, anche se anche quest’ultimo porta a una modificazione dello stato di coscienza. Questo fatto, che si può spiegare con il costume millenario della nostra società occidentale di bere alcolici, ma non di fumare la cannabis, ha fatto sì che quando io ero giovane - ma ritengo che per molte persone anche oggi sia così - dal momento in cui una persona iniziava a fumare hashish o marijuana e continuava a farlo anche in seguito, veniva considerato un “drogato”. È come se in un certo senso chi inizia a bere alcolici, e lo fa in un modo che lo rende “allegro” quando si trova in compagnia con amici a casa loro o in discoteca, viene etichettato come alcolista. Comunque lungi da me ora mettermi a discutere se le canne siano da considerare “droga” e se siano da legalizzare o meno. Non credo di avere nessuna verità in tasca su queste due questioni. Torno invece ai fatti.

Una sera del febbraio 1977 si è tenuta al Palalido di Milano una festa organizzata dal Partito Radicale per sostenere una proposta di referendum per abolire il Concordato fra Stato e Chiesa. In quell’occasione mi sono recato anch’io, con amici con cui avevo iniziato a uscire frequentemente da quale mese, alla festa. Lì abbiamo trovato altri nostri amici della casa occupata del Vigentino e, personalmente, molti miei nuovi amici conosciuti al liceo scientifico Donatelli (o Sesto liceo scientifico) da quando i miei genitori mi avevano trasferito lì dal liceo scientifico Einstein, come ho già raccontato in una puntata precedente. In quella occasione, mi sono, per metterla sullo scherzo, messo in pari con il famoso ragazzo olandese conosciuto in campeggio a Brunico nell’estate 1975, che mi aveva raccontato di aver provato l’Lsd. (continua)

(riproduzione riservata - Riccardo Cervelli 2022)


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