Autobiografia giovanile - Cap. 30 - Vacanze spartiacque

 Durante la primavera o l’inizio dell’estate 1976 i miei andarono a visitare un campeggio situato a Colle di Balisio, una località della Valsassina, situata dopo Ballabio salendo da Lecco. Balisio era anche punto di partenza di uno dei più famosi sentieri per salire in cima alla Grigna, passando per il rifugio Tedeschi e arrivando poi al rifugio Brioschi, posto in cima alla montagna. Quando tornarono indietro mi madre mi disse che a loro il campeggio era piaciuto e sarebbe piaciuto anche a me, anche perché lei aveva visto che c’erano molti bambini che sarebbero stati contenti di sentirmi suonare la chitarra.

La chitarra era più che mai diventata uno dei miei passatempi preferiti, da quando avevo iniziato a suonarla all’oratorio nella comunità di Cl. Per un paio d’anni l’avevo suonata, sempre insieme ad un altro ragazzo, anche per accompagnare il coro alla messa della domenica mattina alle undici. Ma in generale mi interessava la musica moderna, pop, rock, folk, e quella di alcuni cantautori italiani. Per tenermi aggiornato sui complessi italiani e internazionali, compravo sempre il settimanale giovanile Ciao 2001 (Editore Lei), dove trovavo anche altri articoli di attualità e altre rubriche con contenuti interessanti. In pratica era diventato quello che, nell’infanzia e nella preadolescenza erano per me Topolino (Arnoldo Mondadori Editore), Il Giornalino (Edizioni Paoline), Il Corriere dei Piccoli (Rizzoli) e Il Corriere dei ragazzi (Corriere della sera). 

A differenza delle testate che acquistavo da bambino, Ciao 2001 non era a fumetti. Quando leggevo le riviste a fumetti, questo tipo di linguaggio riusciva a farmi amare e immedesimare nei personaggi e nelle storie (la serie che amavo di più era Valentina Mela Verde, pubblicata prima sul Corriere dei Piccoli e poi sul Corriere dei ragazzi), mentre con l’adolescenza il fumetto iniziò a non appassionarmi più, eccezion fatta per alcune strisce particolari come i Peanuts, che mi piacciono ancora oggi, anche se non le cerco. Riguardo a Topolino, invece, c’è una storia personale molto simpatica (oltre quella di avere vinto, nel 1972 a Saint Vincent, un secondo premio di disegno a un concorso indetto dalla rivista), che mi è stata raccontata e risale al periodo terza o quarta elementare. In un temino avevo riportato, a sostegno di qualche tesi, un’affermazione del personaggio Giuseppe Tubi, scrivendo qualcosa tipo, “come dice Giuseppe Tubi…”. Con l’adolescenza ho iniziato ad amare soprattutto gli articoli, le interviste, le foto. Tanto che dal 1976 ho iniziato anche a comprare un quotidiano: Lotta Continua

Ricardo Cervelli 1976 16 anni 16yo
Io a 16 anni

All’inizio dell’estate 1976 non ero ancora molto libero di muovermi come volevo, a differenza di alcuni ragazzi della mia età o di uno o due anni meno conoscevo; ma si trattava soprattutto di ragazzi che avevano fratelli o sorelle più grandi e che se li portavano dietro. E così, alla fine di giugno, non mi fu permesso di andare al Festival del proletariato giovanile 1976, organizzato al Parco Lambro, fra gli altri, dai circoli del proletariato giovanile, il Partito Radicale, Lotta Continua, la radio libera Canale 96. Invece, ci andarono tutti i giorni, a quanto mi dissero, mio nonno Nevio e mio zio Alfredo, che si trovavano bene anche per la ristorazione.

Nel luglio 1976 salimmo con la roulotte per la prima volta a Camping Grigna di Ballabio. Il campeggio, quell’anno, occupava metà del terreno su cui si sarebbe dispiegato già - credo - dall’anno seguente, ma non era piccolissimo. Erano campeggiate quasi solo roulotte di famiglie con bambini o ragazzi giovani. Accanto alla nostro roulotte (dove inutilmente montai un antenna per il baracchino CB, perché non c’erano radioamatori contattabili da quel posto con i miei mezzi) c’era però una tenda con una nonna sola “sprint” e tre bambini piccoli: due sorelle di sette e quattro anni e un cuginetto di circa cinque o sei. Quei bambini si affezionarono a me quasi subito e anch’io ebbi la conferma che mi piaceva e incuriosiva interagire con i bambini più piccoli. Fu in quel periodo, infatti, che iniziai a leggere articoli e libri di psicologia infantile. Intanto pian piano io e mio fratello facemmo amicizia con altri ragazzi della nostra età e le mie sorelle fecero lo stesso con bambini della loro età (7-11 anni circa). Durante il pomeriggio, noi ragazzi e i bambini andavamo nel bar del campeggio a vedere la televisione. Dal 1974 la tv italiana trasmetteva la serie giapponese Heidi e altri cartoni animati che tutti volevano continuare a vedere anche se non erano a casa. Fra i ragazzi e le ragazze con cui feci amicizia una, mia coetanea, aveva sicuramente affinità con me per la passione della chitarra e le posizioni politiche; altri non si occupavano di queste cose, ma questo non costituiva un ostacolo, perché poi i passatempi con cui ci intrattenevamo piacevano a tutti. Lì imparai a giocare a Machiavelli, gioco di carte che ci impegnava per qualche ora. Qualche volta usavamo il pavimento della sala televisione come pista da ballo. Ecco, in quel caso mi annoiavo perché alla maggior parte dei ragazzi e delle ragazze piaceva la musica commerciale, che a me invece non andava giù.

Dopo qualche settimana nostro padre ebbe le ferie e portammo la roulotte a Milano. Restammo lì un paio di giorni, il tempo di caricarla di quello che serviva per andare in Francia. La notte in cui la roulotte restò parcheggiata sotto casa ci dormirono dentro i miei genitori. Poi partimmo in direzione Liguria e ci fermammo in un campeggio ad Arenzano. Invece che una notte, dovemmo rimanere lì due o tre giorni perché era scappata la nostra gatta e volevano ritrovarla. E così fu e ripartimmo in direzione Costa Azzurra. La prima notte, perché ormai era troppo tardi per cercare un campeggio, ci fermammo in un area di sosta vicino a Mentone. Poi non sono più sicuro di quali città della Costa visitammo all’andata o al ritorno, ma furono diverse quelle in cui ci fermammo: Cannes, Aix-en-Provence, Saintes-Maries-de-la-Mer, Carcassonne quelle che ricordo di più. Io avevo visto l’ultima volta il mare nel ‘67, in colonia, e Annarita nel ‘70 ad Alassio. Per mio fratello e la mia sorella più piccola era la prima volta. Ci sono numerose foto in cui si vede come ci divertivamo a sguazzare nell’acqua salata e fra le onde.

Riccardo Cervelli estate 1976 16 anni 16yo
Io in Costa Azzurra nell'estate 1976

La meta finale del viaggio era il santuario di Lourdes. Ormai in quel periodo avevo smesso di andare in chiesa da molti mesi. Ciò nonostante trovai la visita al santuario interessante e di valore spirituale e sociale. Mentre facevamo la fila per fare il bagno nell’acqua benedetta, un bambino piccolo in braccio a una signora vicino a me mi prese la mano. Quando guardai la sua manina vidi che aveva un ditino in più accanto al mignolo. Non era grande come quello e probabilmente non aveva (o aveva poca) mobilità. Ma credo che fosse comunque in caso di polidattilia. Poi facemmo il bagno. Ricordo che mi disposi in mutande davanti alla vasca e due persone mi fecero immergere e poi mi dettero un asciugamano. Non mi è restato in mente di più. Ricordo invece l’enorme quantità di persone che occupavano gli spazi esterni del santuario o che compivano delle processioni. Anche alla fine della seconda liceo, come a quella della prima, ero stato rimandato in tre materie, soprattutto perché non mi impegnavo, non perché non avessi le capacità. Mi sono sempre chiesto se fra i benefici del pellegrinaggio in cui mia madre (mio padre non penso molto) sperava ci fosse anche quello che mi promuovessero. Cosa che, comunque, accadde a settembre.

(riproduzione riservata - Riccardo Cervelli 2022)

Nessun commento:

Posta un commento

Autobiografia da adulto - Cap. 11 - Idoneo alle armi

 La vacanza a Vieste, purtroppo, si concluse con un fatto spiacevole. Una sera decidemmo di recarci in un luogo situato sulle pendici di una...