Ricomincio dalla filatelia

Da piccolo avevo l'hobby della filatelia. Fra tanti altri. Ma se vedevo un francocollo che mi attirava, gli riservavo una parte dei miei limitati averi. Di solito si trattava di francobolli italiani del periodo del Regno dei Savoia. Qualche volta, oltre che nelle edicole o nei negozi che vendevano ai filatelici, li trovavo su qualche busta che portavo via da qualche casa o fabbrica abbandonata, che negli anni Sessanta e Settanta erano presenti nelle periferie di Milano.

Da adolescente ho un po' lasciato questo interesse, anche se mettevo da parte le cartoline e le buste affrancate che mi capivano sotto mano. Da giovane adulto ho continuato a fare lo stesso. Proprio oggi mi sono capitate sotto mano delle buste affrancate che erano arrivate al mio primo posto di lavoro. Sempre da adulto, francobolli nuovi, buste primo giorno, affrancature particolari hanno iniziato ad essermi regalati dai miei genitori in occasione di Natali e compleanni. In quel periodo ho iniziato anche a dedicarmi più sistematicamente a raccogliere francobolli dedicati ai temi della letteratura (prima perché ero iscritto alla facoltà di Lettere Moderne e poi perché ero un giornalista) e alle telecomunicazioni (ero diventato radioamatore). In occasione di alcuni viaggi all'estero con mia moglie e i miei figli, ho iniziato a visitare sempre gli uffici postali alla ricerca di nuove emissioni su queste tematiche.

Negli ultimi anni ho smesso di acquistare francobolli o altri prodotti filatelici. Ma dai miei, mancati purtroppo nel primo decennio degli anni Duemila, ho ereditato parte delle loro collezioni. E così in questi giorni ho ricominciato a fare ordine fra le raccolte loro e lei mie, che si sono accumulate in raccoglitori e scatole varie. Ho cominciato anche a scannerizzare questo materiale in modo da poterlo archiviare ma averlo sempre a disposizione sotto forma di foto memorizzate nel computer.

Non escludo che, nei prossimi mesi, cercherò di vendere quello che non mi interessa e tenere solo quello a cui sono legato o che ha attinenza con temi che voglio approfondire. In occasione di una mia intervista a Giorgio Bolaffi, uscita sul mensile Espansione a metà del primo decennio degli anni Duemila, sono venuto a sapere da questo grande personaggio che una volta i bambini e i ragazzi imparavano dai francobolli un po' di geografia, storia, progresso tecnico, zoologia e botanica. Allora non c'erano la televisione e internet, e non tutti potevano permettersi giornali, libri e enciclopedie. Ogni nuovo francobollo trovato su una cartolina o una lettera contribuiva ad accrescere la cultura personale e sociale.





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